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🇮🇹 Agroforestry Secrets of Palermo’s Ancient Citrus Forests 🍋 [VALDIBELLA #5] cover
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Deep Seed - Regenerative Agriculture

🇮🇹 Agroforestry Secrets of Palermo’s Ancient Citrus Forests 🍋 [VALDIBELLA #5]

🇮🇹 Agroforestry Secrets of Palermo’s Ancient Citrus Forests 🍋 [VALDIBELLA #5]

24min |23/09/2025
Play
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Deep Seed - Regenerative Agriculture

🇮🇹 Agroforestry Secrets of Palermo’s Ancient Citrus Forests 🍋 [VALDIBELLA #5]

🇮🇹 Agroforestry Secrets of Palermo’s Ancient Citrus Forests 🍋 [VALDIBELLA #5]

24min |23/09/2025
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Description

Palermo’s legendary Conca d’Oro was once a lush mosaic of citrus groves, vegetables, and ingenious water systems — a living example of regenerative agriculture centuries before the term existed. Today, only fragments remain, but they still hold powerful lessons for the future of farming, biodiversity, and ecosystem restoration.


In this episode, we meet Tommaso La Mantia, ecologist, farmer, and member of the Valdibella Cooperative, who has spent his life studying and caring for these unique gardens. Tommaso explains how the Conca d’Oro worked like a natural forest: layered crops, closed nutrient cycles between animals, plants, and soil, and irrigation systems so advanced that they still impress modern scientists. He also shares why sustainable farming here now faces serious threats — from climate stress and honey fungus (Armillaria) to urban sprawl and political neglect — and what it will take to revive this heritage.


You’ll hear surprising insights into how soil health and nutrient density were once safeguarded through circular systems, why farmers are forced to become water engineers, and how agroecology is inspiring a new generation of young Sicilians. At the heart of the conversation is Tommaso’s deeply personal story of learning from his father in the fields and his hope that Palermo will rediscover its roots before they are lost.


Follow the podcast for more stories from the Valdibella mini-series, and share this episode with a friend who cares about the future of food and farming.


⎯⎯⎯⎯


❤️ This podcast was produced in partnership with Soil Capital, a company that supports #regenerativeagriculture by financially rewarding farmers who improve soil health & biodiversity.


⎯⎯⎯⎯


🔗Useful links: 





Hosted by Ausha. See ausha.co/privacy-policy for more information.

Transcription

  • Speaker #0

    La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro, ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni.

  • Speaker #1

    La città di Palermo, in Sicilia, è stata svolta da un vasto network di foresti di cibo. Infortunatamente, negli ultimi decenni, è stata quasi completamente ripresa da ruote, bambini e parchi. Oggi, visito uno dei primi che ha sopravvinto, in compagnia di Tommaso Lamantia, un farmaco e un professor di agroecologia all'Università di Palermo. Il posto è assolutamente magico. Immaginate una foresta di alimenti multilayered con vegetali che crescono sul terreno, cattivi che corrono, bambini pieni di beri e piccoli treme di limone che crescono sotto treme di walnuts più grandi. Questa conversazione è in italiano, quindi se non parli italiano, mi raccomando di guardarla su YouTube, dove ho scritto i subtitoli line by line per assolutamente assicurarsi che tutti possano seguire e capire questa bellissima conversazione. Come sempre, questo episodio è stato fatto in partenariato con Sol Capital. Sono il vostro host Raphael e questo è il Deep Seed Podcast.

  • Speaker #0

    Io mi chiamo Tommaso Lamantia, vivo da sempre, sono nato in questo posto che è uno degli ultimi giardini della Concadoro. Quest'area si chiama Fondo Miciulla ed è abbastanza famosa a Palermo per la presenza di alcune emergenze architettoniche, per la presenza di alcuni canat. che sono dei canali sotterranei su cui poi dirò qualcosa a proposito dell'irrigazione. La mia famiglia è sempre vissuta qui, mio papà era un contadino, mia mamma era una contadina e loro hanno sempre coltivato queste campagne e hanno trasmesso a me, a mio fratello, a mia sorella e anche ai nostri figli. e noi stiamo Tentando di trasmettere la passione per questa agricoltura, che è un'agricoltura speciale, un'agricoltura unica al mondo. Quando noi parliamo dei giardini pensiamo a dei frutteti molto ordinati, con gli alberi piantati a sesti regolari, tutti di una stessa specie. o addirittura una sola varietà. Invece basta guardarsi attorno per capire che qui siamo nel caos. Le piante che crescono spontaneamente, come i nespoli del Giappone, vengono lasciati crescere. Si sovrappongono agli alberi già esistenti, creando diversi strati di vegetazione. questo è un aspetto Il progetto tipico ed esclusivo dei giardini della Conca d'Oro sono come delle foreste. Le foreste sono famose perché hanno diverse strade di vegetazione. Anche qui i giardini hanno, ma posso dire avevano, diverse strade di vegetazione. Negli spazi vuoti si coltivano gli ortaggi, poi gli agrumi, sopra gli agrumi i nespoli e sopra i nespoli i noci. i caccami o bagolari, specie che fornivano legno e frutto, come nel caso del noce. E questo sistema, anche se siamo abituati a considerarlo un sistema frutticolo, in realtà era un sistema agroforestale, perché c'era anche la componente animale. la concadoro era piena di stalle anche Qui a Miciulla c'erano le stalle, anche noi avevamo gli animali, avevamo le mucche e venivano alimentate con l'erba dei giardini. L'erba veniva tagliata e veniva data agli animali, quindi non c'era la necessità di lottarla come viene fatta adesso chimicamente e questo creava un sistema ecologico chiuso straordinario. perché l'erba veniva data agli animali e il letame degli animali ritornava ai campi, ma il sistema era ancora più... ampio perché quando i giardini della Conca d'Oro erano prima della distruzione operata dal sacco di lizio erano tanti, la sostanza organica per fertilizzare i giardini non poteva provenire solamente dagli allevamenti animali, ma tutto quello che produceva la città come sostanza organica tornava nelle campagne, era un sistema perfetto, straordinario. Adesso questo Il sistema è molto semplificato a causa di diversi fattori, fattori sociali, fattori economici. Un tempo gli alberi di Nespoli erano altissimi, adesso sono sempre più bassi per rendere più facile la raccolta perché ci sono pochissime persone in grado di farlo. Quindi il cambiamento nella struttura dei giardini riflette... anche i cambiamenti sociali ed economici di questa società. I contadini che ancora vivono e lavorano in questi giardini sono veramente pochi. E poi c'è anche un altro problema legato all'incremento di alcune malattie, come alcuni funghi che attaccano soprattutto gli alberi da frutto, ma anche in espo del Giappone. E questo ha causato una perdita di biodiversità. frutticola, di diversità frutticola. Il numero di specie e di varietà sono diminuite moltissimo, mentre invece prima questi giardini erano pieni di alberi di pesco, di albicocco, di susino, varietà antichissime selezionate localmente e quindi perfettamente adattate a questa condizione. Frutta durante tutto l'anno per l'autoconsumo, quindi questi giardini non erano solamente produttivi, erano produttivi ma servivano non solamente ai prodotti per il mercato, ma anche per le famiglie, che poi in piccoli spazi vuoti coltivavano gli ortaggi. Questo sistema adesso è messo in crisi e probabilmente sparirà. Fondamentalmente a causa della difficoltà dell'irrigazione, per la mancanza di acqua. Attenzione, non la mancanza di acqua perché l'acqua non c'è, sì piove meno, l'acqua è diminuita, ma nello stesso tempo noi abbiamo i fiumi sotterranei a Palermo, l'acqua dei Kanat, che sono questi canali che si visitano proprio qui a Fondomicciulla, che sono questi... Gallerie di drenanti o pozzi verticali scavati nel Medioevo che servivano a portare l'acqua dalle sorgenti alla città. Tutta quest'acqua è un'acqua che finisce nelle fogne, che si perde, che potrebbe essere utilizzata dagli agricoltori. Il problema è che questa città ha cancellato completamente la sua memoria. La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro. Ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni. Dopo il sacco di Palermo non si è fatto assolutamente nulla per proteggere quello che rimane dei giardini. E per proteggere i giardini, per conservarli, basterebbe consentire agli agricoltori di irrigare, di dare l'acqua gratuitamente. Perché questi sono giardini che non garantiscono... È un reddito altissimo. Noi siamo soci della cooperativa Valdibella, abbiamo la fortuna di avere un canale preferenziale di vendita dei prodotti, ma molti non ce l'hanno questa possibilità perché non sono in biologico, noi siamo in regime di biologico. E quindi il costo dell'acqua diventa un costo che l'agricoltore non può sostenere. Allora se l'amministrazione garantisse l'acqua gratuitamente salverebbe... Tutti i giardini della Concadoro, però le persone che governano la città non hanno memoria, hanno dimenticato che cos'è la Concadoro, hanno dimenticato che cos'è Palermo e quindi fanno ragionamenti di tipo finanziario. Prendere l'acqua da un posto e portarla in un altro posto per far irrigare gli agricoltori costa tanto, la città non utilizza queste risorse, non vuole investire in questo. Quindi i giardini sono destinati a sperire. È fondamentale anche per un'altra ragione, perché i sistemi di irrigazione tradizionali necessitavano di un sistema di gestione del terreno a cui è legata una cultura materiale straordinaria, tant'è che da poco tempo l'arte di terrare la terra, così si chiama la modalità di di sistemazione del suolo per dedicazione, che è esclusiva della Concadoro e di poche altre parti della Sicilia, è stata iscritta al registro dei beni materiali della regione siciliana. Cioè è considerato un patrimonio culturale. Però questo è un patrimonio culturale che sta sparendo. Il mio fratello, che è l'ultimo tiratore di terra della Concadoro, che è stato iscritto in un altro registro particolare, che è quello dei tesori viventi, E' l'ultimo che conosce bene quest'arte, ma non c'è la possibilità di trasmettere alla generazione futura. Questo potrebbe avvenire se ci fosse un po' di attenzione da parte della città, di chi governa questa città, di chi dovrebbe avere a cuore le sorti di questa città e anche la conservazione e la memoria. e l'acqua è fondamentale perché Per la biodiversità questi giardini erano ricchissimi di vita, di rane, quattro specie di rane diverse vivevano in questi giardini. Allora noi abbiamo chiesto più volte di lasciare un po' d'acqua in modo che si possa mantenere questo ecosistema straordinario, ma appunto non c'è la sensibilità e l'attenzione verso questi aspetti. Noi stiamo facendo delle cose, abbiamo creato delle piccole vasche, abbiamo reintrodotto una specie di rana, il disco glosso, che è una rana endemica che nel mondo si trova solo in Sicilia, in particolare nei giardini, e io l'ho reincontrata, quindi si sta ridiffondendo. Quindi questi interventi di ricostituzione della biodiversità li stiamo mettendo in atto, stiamo ripiantando le specie. e le varietà antiche che erano sparite. Però tutto ciò aveva bisogno di un aiuto, di un supporto. Questo rumore che sentite è il rumore di mio fratello che sta tagliando l'erba perché noi appunto siamo in biologico, non utilizziamo diserbanti chimici, tagliamo l'erba che arricchisce il suolo di sostanza organica e speriamo che col tempo questo consenta al al suolo di riacquisire l'equilibrio tra i funghi che c'era in passato e che adesso non c'è e che purtroppo causa la diffusione di un fungo, l'armillarella mellea, che sta distruggendo gli alberi da frutto. E' passato il cane perché i cani sono elementi che fanno parte della storia di questo. di questo posto, tutte le famiglie contadine avevano dei cani. Parlando di animali, questo luogo è ricchissimo di diversità, tantissime specie di uccelli inidificano in questi giardini, specie che prima non c'erano adesso Vivono in questi giardini come il colombaccio che è una specie in espansione che crea enormi problemi agli ortaggi quindi siamo costretti a coltivare gli ortaggi proteggendoli con delle reti o anche i pappagalli che nidificano negli alberi cavi nella città di Palermo ma vengono qui a nutrirsi dei piselli e delle fave. Questi sono animali che creano dei problemi però in realtà i contadini convivono con questi problemi e trovano le soluzioni. Non ci sono mai problemi irreparabili, proprio nelle relazioni potremmo dire biologiche tra il contadino e le piante e gli animali, anche molte specie di erbe che sono arrivate. in questi ultimi anni tropicali che sono invasive, sono un problema. Però li controlliamo, li tagliamo, riusciamo a conviverci. Quello che non possiamo assolutamente fare è quello di sconfiggere la burocrazia ottusa. cieca che ci impedisce di irrigare e di coltivare questi giardini.

  • Speaker #1

    Se potessi scegliere una sola conoscenza, un solo insegnamento da condividere con tutti gli agricoltori del mondo, quale sarebbe?

  • Speaker #0

    Dicevo quello che mi sento di condividere con tutti gli agricoltori è che noi dobbiamo puntare all'equilibrio. alla convivenza anche. Parlo naturalmente delle campagne, l'illusione che proviene dall'uso dei prodotti di sintesi, che noi possiamo lottare, sconfiggere definitivamente una malattia piuttosto che un'erba, è illusorio. Noi dobbiamo convivere. con quelli che sono i nostri nemici, ma che svolgono il loro ruolo in una comunità seminaturale come una campagna e un giardino come questo. E lo stesso approccio dovremmo avercelo anche nelle relazioni umane. La convivenza, il compromesso, ma il compromesso non vuol dire abitare, rinunciare a principi etici fondamentali, significa comprendere le ragioni degli altri e trovare soluzioni di convivenza. Lo stesso approccio dovremmo avercelo nella gestione delle campagne.

  • Speaker #1

    Lei è professore di agroecologia? qui all'Università di Palermo. Nota un interesse crescente tra i giovani per l'agroecologia e per cambiare il modo in cui coltiviamo oggi?

  • Speaker #0

    Sì, in questi ultimi anni c'è un grande interesse da parte dei giovani all'agricoltura organica, biologica, ai mille tipi di... di agricoltura alternative all'agricoltura convenzionale. C'è stato un momento in cui la diffusione dell'agricoltura biologica, l'organic agriculture, che è l'unica che ha un riferimento legislativo preciso, ha fatto partecipare a questo movimento. Molti giovani che vedevano in questo la possibilità di un lavoro, adesso mi accorgo, ed è giusto così, ma adesso mi accorgo che è un po' diverso. Molti giovani si avvicinano proprio perché riconoscono i valori di queste agricolture e quindi è un fatto anche culturale molto importante. Anche la presenza nella città di Palermo di moltissimi spazi con orti condivisi è un modo per avvicinare le giovani generazioni, ma non solamente alla campagna e all'agricoltura. Per questo motivo, per questa ragione, mi fa rabbia che questo sia totalmente ignorato da chi amministra questa città. che dovrebbe cogliere anzi l'occasione di questo interesse dei giovani per alimentarlo in tutti i modi possibili.

  • Speaker #1

    Questo episodio è stato realizzato in collaborazione con Soil Capital, un'azienda che accelera la transizione verso l'agricoltura rigenerativa, premiando economicamente gli agricoltori che migliorano la salute del suolo e la biodiversità. Quanto è importante per lei? trasmettere alle nuove generazioni tutte le conoscenze che ha accumulato nella sua vita.

  • Speaker #0

    Questo aspetto è un aspetto molto importante perché nell'agricoltura, definiamolo industriale, occorrono ovviamente delle conoscenze, però queste conoscenze sono molto mediate dalla Grazie. Dalla conoscenza della chimica, dalla conoscenza delle macchine, se uno pratica un'agricoltura dove ad esempio i trattamenti vengono fatti a calendario. Dice l'agricoltore deve solo sapere che in quel periodo deve fare quel trattamento, non ha necessità di conoscere gli aspetti biologici del campo. Questa agricoltura è un'agricoltura che invece necessita di conoscenza, ma non è solamente la conoscenza delle caratteristiche produttive di questo limone, che è un limone della varietà Monachello. che non produce verdelli, non produce bastardoni, o di questo nespolo che è una varietà che necessita di un trattamento diverso rispetto a quell'altro nespolo. Non è solamente questo. È anche la necessità che le persone abbiano una cultura materiale, cioè il sistema dell'irrigazione, che qui è con i tubi in cemento, quindi in parte è modificato. Però il sistema di irrigazione tradizionale ha bisogno di cultura materiale, ma anche semplicemente l'irrigazione. Noi per irrigare qui abbiamo bisogno di una conoscenza, infatti non riusciamo ad essere sostituiti anche da altri, perché ci sono i turni dell'acqua, bisogna sapere dove andare a levare l'acqua, e bisogna stare attenti ai percorsi dell'acqua perché... Alcuni percorsi sono sotterrani e bisogna capire cosa sta succedendo, se l'acqua diminuisce oppure no. Quindi c'è la necessità di trasmettere questa cultura, questa conoscenza, che non si può trasmettere solamente attraverso i libri, attraverso lo studio. e io ho questa conoscenza perché fin da bambino Stavo con mio padre nei campi e mi spiegava della necessità di togliere un ramo piuttosto che un altro durante la potatura. Questo si può anche studiare nei libri, però poi in una situazione come questa tu capisci che questo ramo è meglio che lo tagli, non perché andrebbe tagliato dai manuali, ma perché facilita la vita del limone che ha. Quindi questo è forse l'aspetto più triste della nostra storia, il fatto che le nuove generazioni sono lontane dalle campagne e non c'è spesso la possibilità di trasferire alle nuove generazioni queste conoscenze. Che sono le conoscenze che io ho accumulato in una vita, ma che a sua volta sono le conoscenze che mio padre aveva accumulato nella sua vita, che a sua volta gli erano state trasmesse. Quindi è una trasmissione di conoscenze antiche e questo è l'aspetto triste.

  • Speaker #1

    Un'ultima domanda. Che cosa ti dà più speranza per il futuro?

  • Speaker #0

    La mia speranza è che questa città... si renda conto della sua storia e faccia tutti gli sforzi possibili per salvare la sua storia e la sua memoria. che non sono solamente gli straordinari monumenti di questa città, ma sono i giardini che circondano ancora Palermo e che vengono coltivati da eroi, da gente che sono veramente eroi a continuare a coltivare questi giardini. Quindi la mia speranza è che questa città si riappropri della sua della sua memoria e quindi della sua storia, cosa che non succede ormai da generazioni di amministratori di questa città. Grazie. Grazie a voi.

Chapters

  • INTRO

    00:00

  • TOMMASO LA MANTIA

    01:31

  • MESSAGE TO FARMERS

    15:07

  • YOUTH INTEREST FOR AGROECOLOGY

    16:57

  • Soil Capital 🌾

    18:56

  • PASSING ON THE KNOWLEDGE

    19:25

  • HOPE FOR THE FUTURE

    23:19

Description

Palermo’s legendary Conca d’Oro was once a lush mosaic of citrus groves, vegetables, and ingenious water systems — a living example of regenerative agriculture centuries before the term existed. Today, only fragments remain, but they still hold powerful lessons for the future of farming, biodiversity, and ecosystem restoration.


In this episode, we meet Tommaso La Mantia, ecologist, farmer, and member of the Valdibella Cooperative, who has spent his life studying and caring for these unique gardens. Tommaso explains how the Conca d’Oro worked like a natural forest: layered crops, closed nutrient cycles between animals, plants, and soil, and irrigation systems so advanced that they still impress modern scientists. He also shares why sustainable farming here now faces serious threats — from climate stress and honey fungus (Armillaria) to urban sprawl and political neglect — and what it will take to revive this heritage.


You’ll hear surprising insights into how soil health and nutrient density were once safeguarded through circular systems, why farmers are forced to become water engineers, and how agroecology is inspiring a new generation of young Sicilians. At the heart of the conversation is Tommaso’s deeply personal story of learning from his father in the fields and his hope that Palermo will rediscover its roots before they are lost.


Follow the podcast for more stories from the Valdibella mini-series, and share this episode with a friend who cares about the future of food and farming.


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❤️ This podcast was produced in partnership with Soil Capital, a company that supports #regenerativeagriculture by financially rewarding farmers who improve soil health & biodiversity.


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Hosted by Ausha. See ausha.co/privacy-policy for more information.

Transcription

  • Speaker #0

    La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro, ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni.

  • Speaker #1

    La città di Palermo, in Sicilia, è stata svolta da un vasto network di foresti di cibo. Infortunatamente, negli ultimi decenni, è stata quasi completamente ripresa da ruote, bambini e parchi. Oggi, visito uno dei primi che ha sopravvinto, in compagnia di Tommaso Lamantia, un farmaco e un professor di agroecologia all'Università di Palermo. Il posto è assolutamente magico. Immaginate una foresta di alimenti multilayered con vegetali che crescono sul terreno, cattivi che corrono, bambini pieni di beri e piccoli treme di limone che crescono sotto treme di walnuts più grandi. Questa conversazione è in italiano, quindi se non parli italiano, mi raccomando di guardarla su YouTube, dove ho scritto i subtitoli line by line per assolutamente assicurarsi che tutti possano seguire e capire questa bellissima conversazione. Come sempre, questo episodio è stato fatto in partenariato con Sol Capital. Sono il vostro host Raphael e questo è il Deep Seed Podcast.

  • Speaker #0

    Io mi chiamo Tommaso Lamantia, vivo da sempre, sono nato in questo posto che è uno degli ultimi giardini della Concadoro. Quest'area si chiama Fondo Miciulla ed è abbastanza famosa a Palermo per la presenza di alcune emergenze architettoniche, per la presenza di alcuni canat. che sono dei canali sotterranei su cui poi dirò qualcosa a proposito dell'irrigazione. La mia famiglia è sempre vissuta qui, mio papà era un contadino, mia mamma era una contadina e loro hanno sempre coltivato queste campagne e hanno trasmesso a me, a mio fratello, a mia sorella e anche ai nostri figli. e noi stiamo Tentando di trasmettere la passione per questa agricoltura, che è un'agricoltura speciale, un'agricoltura unica al mondo. Quando noi parliamo dei giardini pensiamo a dei frutteti molto ordinati, con gli alberi piantati a sesti regolari, tutti di una stessa specie. o addirittura una sola varietà. Invece basta guardarsi attorno per capire che qui siamo nel caos. Le piante che crescono spontaneamente, come i nespoli del Giappone, vengono lasciati crescere. Si sovrappongono agli alberi già esistenti, creando diversi strati di vegetazione. questo è un aspetto Il progetto tipico ed esclusivo dei giardini della Conca d'Oro sono come delle foreste. Le foreste sono famose perché hanno diverse strade di vegetazione. Anche qui i giardini hanno, ma posso dire avevano, diverse strade di vegetazione. Negli spazi vuoti si coltivano gli ortaggi, poi gli agrumi, sopra gli agrumi i nespoli e sopra i nespoli i noci. i caccami o bagolari, specie che fornivano legno e frutto, come nel caso del noce. E questo sistema, anche se siamo abituati a considerarlo un sistema frutticolo, in realtà era un sistema agroforestale, perché c'era anche la componente animale. la concadoro era piena di stalle anche Qui a Miciulla c'erano le stalle, anche noi avevamo gli animali, avevamo le mucche e venivano alimentate con l'erba dei giardini. L'erba veniva tagliata e veniva data agli animali, quindi non c'era la necessità di lottarla come viene fatta adesso chimicamente e questo creava un sistema ecologico chiuso straordinario. perché l'erba veniva data agli animali e il letame degli animali ritornava ai campi, ma il sistema era ancora più... ampio perché quando i giardini della Conca d'Oro erano prima della distruzione operata dal sacco di lizio erano tanti, la sostanza organica per fertilizzare i giardini non poteva provenire solamente dagli allevamenti animali, ma tutto quello che produceva la città come sostanza organica tornava nelle campagne, era un sistema perfetto, straordinario. Adesso questo Il sistema è molto semplificato a causa di diversi fattori, fattori sociali, fattori economici. Un tempo gli alberi di Nespoli erano altissimi, adesso sono sempre più bassi per rendere più facile la raccolta perché ci sono pochissime persone in grado di farlo. Quindi il cambiamento nella struttura dei giardini riflette... anche i cambiamenti sociali ed economici di questa società. I contadini che ancora vivono e lavorano in questi giardini sono veramente pochi. E poi c'è anche un altro problema legato all'incremento di alcune malattie, come alcuni funghi che attaccano soprattutto gli alberi da frutto, ma anche in espo del Giappone. E questo ha causato una perdita di biodiversità. frutticola, di diversità frutticola. Il numero di specie e di varietà sono diminuite moltissimo, mentre invece prima questi giardini erano pieni di alberi di pesco, di albicocco, di susino, varietà antichissime selezionate localmente e quindi perfettamente adattate a questa condizione. Frutta durante tutto l'anno per l'autoconsumo, quindi questi giardini non erano solamente produttivi, erano produttivi ma servivano non solamente ai prodotti per il mercato, ma anche per le famiglie, che poi in piccoli spazi vuoti coltivavano gli ortaggi. Questo sistema adesso è messo in crisi e probabilmente sparirà. Fondamentalmente a causa della difficoltà dell'irrigazione, per la mancanza di acqua. Attenzione, non la mancanza di acqua perché l'acqua non c'è, sì piove meno, l'acqua è diminuita, ma nello stesso tempo noi abbiamo i fiumi sotterranei a Palermo, l'acqua dei Kanat, che sono questi canali che si visitano proprio qui a Fondomicciulla, che sono questi... Gallerie di drenanti o pozzi verticali scavati nel Medioevo che servivano a portare l'acqua dalle sorgenti alla città. Tutta quest'acqua è un'acqua che finisce nelle fogne, che si perde, che potrebbe essere utilizzata dagli agricoltori. Il problema è che questa città ha cancellato completamente la sua memoria. La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro. Ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni. Dopo il sacco di Palermo non si è fatto assolutamente nulla per proteggere quello che rimane dei giardini. E per proteggere i giardini, per conservarli, basterebbe consentire agli agricoltori di irrigare, di dare l'acqua gratuitamente. Perché questi sono giardini che non garantiscono... È un reddito altissimo. Noi siamo soci della cooperativa Valdibella, abbiamo la fortuna di avere un canale preferenziale di vendita dei prodotti, ma molti non ce l'hanno questa possibilità perché non sono in biologico, noi siamo in regime di biologico. E quindi il costo dell'acqua diventa un costo che l'agricoltore non può sostenere. Allora se l'amministrazione garantisse l'acqua gratuitamente salverebbe... Tutti i giardini della Concadoro, però le persone che governano la città non hanno memoria, hanno dimenticato che cos'è la Concadoro, hanno dimenticato che cos'è Palermo e quindi fanno ragionamenti di tipo finanziario. Prendere l'acqua da un posto e portarla in un altro posto per far irrigare gli agricoltori costa tanto, la città non utilizza queste risorse, non vuole investire in questo. Quindi i giardini sono destinati a sperire. È fondamentale anche per un'altra ragione, perché i sistemi di irrigazione tradizionali necessitavano di un sistema di gestione del terreno a cui è legata una cultura materiale straordinaria, tant'è che da poco tempo l'arte di terrare la terra, così si chiama la modalità di di sistemazione del suolo per dedicazione, che è esclusiva della Concadoro e di poche altre parti della Sicilia, è stata iscritta al registro dei beni materiali della regione siciliana. Cioè è considerato un patrimonio culturale. Però questo è un patrimonio culturale che sta sparendo. Il mio fratello, che è l'ultimo tiratore di terra della Concadoro, che è stato iscritto in un altro registro particolare, che è quello dei tesori viventi, E' l'ultimo che conosce bene quest'arte, ma non c'è la possibilità di trasmettere alla generazione futura. Questo potrebbe avvenire se ci fosse un po' di attenzione da parte della città, di chi governa questa città, di chi dovrebbe avere a cuore le sorti di questa città e anche la conservazione e la memoria. e l'acqua è fondamentale perché Per la biodiversità questi giardini erano ricchissimi di vita, di rane, quattro specie di rane diverse vivevano in questi giardini. Allora noi abbiamo chiesto più volte di lasciare un po' d'acqua in modo che si possa mantenere questo ecosistema straordinario, ma appunto non c'è la sensibilità e l'attenzione verso questi aspetti. Noi stiamo facendo delle cose, abbiamo creato delle piccole vasche, abbiamo reintrodotto una specie di rana, il disco glosso, che è una rana endemica che nel mondo si trova solo in Sicilia, in particolare nei giardini, e io l'ho reincontrata, quindi si sta ridiffondendo. Quindi questi interventi di ricostituzione della biodiversità li stiamo mettendo in atto, stiamo ripiantando le specie. e le varietà antiche che erano sparite. Però tutto ciò aveva bisogno di un aiuto, di un supporto. Questo rumore che sentite è il rumore di mio fratello che sta tagliando l'erba perché noi appunto siamo in biologico, non utilizziamo diserbanti chimici, tagliamo l'erba che arricchisce il suolo di sostanza organica e speriamo che col tempo questo consenta al al suolo di riacquisire l'equilibrio tra i funghi che c'era in passato e che adesso non c'è e che purtroppo causa la diffusione di un fungo, l'armillarella mellea, che sta distruggendo gli alberi da frutto. E' passato il cane perché i cani sono elementi che fanno parte della storia di questo. di questo posto, tutte le famiglie contadine avevano dei cani. Parlando di animali, questo luogo è ricchissimo di diversità, tantissime specie di uccelli inidificano in questi giardini, specie che prima non c'erano adesso Vivono in questi giardini come il colombaccio che è una specie in espansione che crea enormi problemi agli ortaggi quindi siamo costretti a coltivare gli ortaggi proteggendoli con delle reti o anche i pappagalli che nidificano negli alberi cavi nella città di Palermo ma vengono qui a nutrirsi dei piselli e delle fave. Questi sono animali che creano dei problemi però in realtà i contadini convivono con questi problemi e trovano le soluzioni. Non ci sono mai problemi irreparabili, proprio nelle relazioni potremmo dire biologiche tra il contadino e le piante e gli animali, anche molte specie di erbe che sono arrivate. in questi ultimi anni tropicali che sono invasive, sono un problema. Però li controlliamo, li tagliamo, riusciamo a conviverci. Quello che non possiamo assolutamente fare è quello di sconfiggere la burocrazia ottusa. cieca che ci impedisce di irrigare e di coltivare questi giardini.

  • Speaker #1

    Se potessi scegliere una sola conoscenza, un solo insegnamento da condividere con tutti gli agricoltori del mondo, quale sarebbe?

  • Speaker #0

    Dicevo quello che mi sento di condividere con tutti gli agricoltori è che noi dobbiamo puntare all'equilibrio. alla convivenza anche. Parlo naturalmente delle campagne, l'illusione che proviene dall'uso dei prodotti di sintesi, che noi possiamo lottare, sconfiggere definitivamente una malattia piuttosto che un'erba, è illusorio. Noi dobbiamo convivere. con quelli che sono i nostri nemici, ma che svolgono il loro ruolo in una comunità seminaturale come una campagna e un giardino come questo. E lo stesso approccio dovremmo avercelo anche nelle relazioni umane. La convivenza, il compromesso, ma il compromesso non vuol dire abitare, rinunciare a principi etici fondamentali, significa comprendere le ragioni degli altri e trovare soluzioni di convivenza. Lo stesso approccio dovremmo avercelo nella gestione delle campagne.

  • Speaker #1

    Lei è professore di agroecologia? qui all'Università di Palermo. Nota un interesse crescente tra i giovani per l'agroecologia e per cambiare il modo in cui coltiviamo oggi?

  • Speaker #0

    Sì, in questi ultimi anni c'è un grande interesse da parte dei giovani all'agricoltura organica, biologica, ai mille tipi di... di agricoltura alternative all'agricoltura convenzionale. C'è stato un momento in cui la diffusione dell'agricoltura biologica, l'organic agriculture, che è l'unica che ha un riferimento legislativo preciso, ha fatto partecipare a questo movimento. Molti giovani che vedevano in questo la possibilità di un lavoro, adesso mi accorgo, ed è giusto così, ma adesso mi accorgo che è un po' diverso. Molti giovani si avvicinano proprio perché riconoscono i valori di queste agricolture e quindi è un fatto anche culturale molto importante. Anche la presenza nella città di Palermo di moltissimi spazi con orti condivisi è un modo per avvicinare le giovani generazioni, ma non solamente alla campagna e all'agricoltura. Per questo motivo, per questa ragione, mi fa rabbia che questo sia totalmente ignorato da chi amministra questa città. che dovrebbe cogliere anzi l'occasione di questo interesse dei giovani per alimentarlo in tutti i modi possibili.

  • Speaker #1

    Questo episodio è stato realizzato in collaborazione con Soil Capital, un'azienda che accelera la transizione verso l'agricoltura rigenerativa, premiando economicamente gli agricoltori che migliorano la salute del suolo e la biodiversità. Quanto è importante per lei? trasmettere alle nuove generazioni tutte le conoscenze che ha accumulato nella sua vita.

  • Speaker #0

    Questo aspetto è un aspetto molto importante perché nell'agricoltura, definiamolo industriale, occorrono ovviamente delle conoscenze, però queste conoscenze sono molto mediate dalla Grazie. Dalla conoscenza della chimica, dalla conoscenza delle macchine, se uno pratica un'agricoltura dove ad esempio i trattamenti vengono fatti a calendario. Dice l'agricoltore deve solo sapere che in quel periodo deve fare quel trattamento, non ha necessità di conoscere gli aspetti biologici del campo. Questa agricoltura è un'agricoltura che invece necessita di conoscenza, ma non è solamente la conoscenza delle caratteristiche produttive di questo limone, che è un limone della varietà Monachello. che non produce verdelli, non produce bastardoni, o di questo nespolo che è una varietà che necessita di un trattamento diverso rispetto a quell'altro nespolo. Non è solamente questo. È anche la necessità che le persone abbiano una cultura materiale, cioè il sistema dell'irrigazione, che qui è con i tubi in cemento, quindi in parte è modificato. Però il sistema di irrigazione tradizionale ha bisogno di cultura materiale, ma anche semplicemente l'irrigazione. Noi per irrigare qui abbiamo bisogno di una conoscenza, infatti non riusciamo ad essere sostituiti anche da altri, perché ci sono i turni dell'acqua, bisogna sapere dove andare a levare l'acqua, e bisogna stare attenti ai percorsi dell'acqua perché... Alcuni percorsi sono sotterrani e bisogna capire cosa sta succedendo, se l'acqua diminuisce oppure no. Quindi c'è la necessità di trasmettere questa cultura, questa conoscenza, che non si può trasmettere solamente attraverso i libri, attraverso lo studio. e io ho questa conoscenza perché fin da bambino Stavo con mio padre nei campi e mi spiegava della necessità di togliere un ramo piuttosto che un altro durante la potatura. Questo si può anche studiare nei libri, però poi in una situazione come questa tu capisci che questo ramo è meglio che lo tagli, non perché andrebbe tagliato dai manuali, ma perché facilita la vita del limone che ha. Quindi questo è forse l'aspetto più triste della nostra storia, il fatto che le nuove generazioni sono lontane dalle campagne e non c'è spesso la possibilità di trasferire alle nuove generazioni queste conoscenze. Che sono le conoscenze che io ho accumulato in una vita, ma che a sua volta sono le conoscenze che mio padre aveva accumulato nella sua vita, che a sua volta gli erano state trasmesse. Quindi è una trasmissione di conoscenze antiche e questo è l'aspetto triste.

  • Speaker #1

    Un'ultima domanda. Che cosa ti dà più speranza per il futuro?

  • Speaker #0

    La mia speranza è che questa città... si renda conto della sua storia e faccia tutti gli sforzi possibili per salvare la sua storia e la sua memoria. che non sono solamente gli straordinari monumenti di questa città, ma sono i giardini che circondano ancora Palermo e che vengono coltivati da eroi, da gente che sono veramente eroi a continuare a coltivare questi giardini. Quindi la mia speranza è che questa città si riappropri della sua della sua memoria e quindi della sua storia, cosa che non succede ormai da generazioni di amministratori di questa città. Grazie. Grazie a voi.

Chapters

  • INTRO

    00:00

  • TOMMASO LA MANTIA

    01:31

  • MESSAGE TO FARMERS

    15:07

  • YOUTH INTEREST FOR AGROECOLOGY

    16:57

  • Soil Capital 🌾

    18:56

  • PASSING ON THE KNOWLEDGE

    19:25

  • HOPE FOR THE FUTURE

    23:19

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Description

Palermo’s legendary Conca d’Oro was once a lush mosaic of citrus groves, vegetables, and ingenious water systems — a living example of regenerative agriculture centuries before the term existed. Today, only fragments remain, but they still hold powerful lessons for the future of farming, biodiversity, and ecosystem restoration.


In this episode, we meet Tommaso La Mantia, ecologist, farmer, and member of the Valdibella Cooperative, who has spent his life studying and caring for these unique gardens. Tommaso explains how the Conca d’Oro worked like a natural forest: layered crops, closed nutrient cycles between animals, plants, and soil, and irrigation systems so advanced that they still impress modern scientists. He also shares why sustainable farming here now faces serious threats — from climate stress and honey fungus (Armillaria) to urban sprawl and political neglect — and what it will take to revive this heritage.


You’ll hear surprising insights into how soil health and nutrient density were once safeguarded through circular systems, why farmers are forced to become water engineers, and how agroecology is inspiring a new generation of young Sicilians. At the heart of the conversation is Tommaso’s deeply personal story of learning from his father in the fields and his hope that Palermo will rediscover its roots before they are lost.


Follow the podcast for more stories from the Valdibella mini-series, and share this episode with a friend who cares about the future of food and farming.


⎯⎯⎯⎯


❤️ This podcast was produced in partnership with Soil Capital, a company that supports #regenerativeagriculture by financially rewarding farmers who improve soil health & biodiversity.


⎯⎯⎯⎯


🔗Useful links: 





Hosted by Ausha. See ausha.co/privacy-policy for more information.

Transcription

  • Speaker #0

    La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro, ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni.

  • Speaker #1

    La città di Palermo, in Sicilia, è stata svolta da un vasto network di foresti di cibo. Infortunatamente, negli ultimi decenni, è stata quasi completamente ripresa da ruote, bambini e parchi. Oggi, visito uno dei primi che ha sopravvinto, in compagnia di Tommaso Lamantia, un farmaco e un professor di agroecologia all'Università di Palermo. Il posto è assolutamente magico. Immaginate una foresta di alimenti multilayered con vegetali che crescono sul terreno, cattivi che corrono, bambini pieni di beri e piccoli treme di limone che crescono sotto treme di walnuts più grandi. Questa conversazione è in italiano, quindi se non parli italiano, mi raccomando di guardarla su YouTube, dove ho scritto i subtitoli line by line per assolutamente assicurarsi che tutti possano seguire e capire questa bellissima conversazione. Come sempre, questo episodio è stato fatto in partenariato con Sol Capital. Sono il vostro host Raphael e questo è il Deep Seed Podcast.

  • Speaker #0

    Io mi chiamo Tommaso Lamantia, vivo da sempre, sono nato in questo posto che è uno degli ultimi giardini della Concadoro. Quest'area si chiama Fondo Miciulla ed è abbastanza famosa a Palermo per la presenza di alcune emergenze architettoniche, per la presenza di alcuni canat. che sono dei canali sotterranei su cui poi dirò qualcosa a proposito dell'irrigazione. La mia famiglia è sempre vissuta qui, mio papà era un contadino, mia mamma era una contadina e loro hanno sempre coltivato queste campagne e hanno trasmesso a me, a mio fratello, a mia sorella e anche ai nostri figli. e noi stiamo Tentando di trasmettere la passione per questa agricoltura, che è un'agricoltura speciale, un'agricoltura unica al mondo. Quando noi parliamo dei giardini pensiamo a dei frutteti molto ordinati, con gli alberi piantati a sesti regolari, tutti di una stessa specie. o addirittura una sola varietà. Invece basta guardarsi attorno per capire che qui siamo nel caos. Le piante che crescono spontaneamente, come i nespoli del Giappone, vengono lasciati crescere. Si sovrappongono agli alberi già esistenti, creando diversi strati di vegetazione. questo è un aspetto Il progetto tipico ed esclusivo dei giardini della Conca d'Oro sono come delle foreste. Le foreste sono famose perché hanno diverse strade di vegetazione. Anche qui i giardini hanno, ma posso dire avevano, diverse strade di vegetazione. Negli spazi vuoti si coltivano gli ortaggi, poi gli agrumi, sopra gli agrumi i nespoli e sopra i nespoli i noci. i caccami o bagolari, specie che fornivano legno e frutto, come nel caso del noce. E questo sistema, anche se siamo abituati a considerarlo un sistema frutticolo, in realtà era un sistema agroforestale, perché c'era anche la componente animale. la concadoro era piena di stalle anche Qui a Miciulla c'erano le stalle, anche noi avevamo gli animali, avevamo le mucche e venivano alimentate con l'erba dei giardini. L'erba veniva tagliata e veniva data agli animali, quindi non c'era la necessità di lottarla come viene fatta adesso chimicamente e questo creava un sistema ecologico chiuso straordinario. perché l'erba veniva data agli animali e il letame degli animali ritornava ai campi, ma il sistema era ancora più... ampio perché quando i giardini della Conca d'Oro erano prima della distruzione operata dal sacco di lizio erano tanti, la sostanza organica per fertilizzare i giardini non poteva provenire solamente dagli allevamenti animali, ma tutto quello che produceva la città come sostanza organica tornava nelle campagne, era un sistema perfetto, straordinario. Adesso questo Il sistema è molto semplificato a causa di diversi fattori, fattori sociali, fattori economici. Un tempo gli alberi di Nespoli erano altissimi, adesso sono sempre più bassi per rendere più facile la raccolta perché ci sono pochissime persone in grado di farlo. Quindi il cambiamento nella struttura dei giardini riflette... anche i cambiamenti sociali ed economici di questa società. I contadini che ancora vivono e lavorano in questi giardini sono veramente pochi. E poi c'è anche un altro problema legato all'incremento di alcune malattie, come alcuni funghi che attaccano soprattutto gli alberi da frutto, ma anche in espo del Giappone. E questo ha causato una perdita di biodiversità. frutticola, di diversità frutticola. Il numero di specie e di varietà sono diminuite moltissimo, mentre invece prima questi giardini erano pieni di alberi di pesco, di albicocco, di susino, varietà antichissime selezionate localmente e quindi perfettamente adattate a questa condizione. Frutta durante tutto l'anno per l'autoconsumo, quindi questi giardini non erano solamente produttivi, erano produttivi ma servivano non solamente ai prodotti per il mercato, ma anche per le famiglie, che poi in piccoli spazi vuoti coltivavano gli ortaggi. Questo sistema adesso è messo in crisi e probabilmente sparirà. Fondamentalmente a causa della difficoltà dell'irrigazione, per la mancanza di acqua. Attenzione, non la mancanza di acqua perché l'acqua non c'è, sì piove meno, l'acqua è diminuita, ma nello stesso tempo noi abbiamo i fiumi sotterranei a Palermo, l'acqua dei Kanat, che sono questi canali che si visitano proprio qui a Fondomicciulla, che sono questi... Gallerie di drenanti o pozzi verticali scavati nel Medioevo che servivano a portare l'acqua dalle sorgenti alla città. Tutta quest'acqua è un'acqua che finisce nelle fogne, che si perde, che potrebbe essere utilizzata dagli agricoltori. Il problema è che questa città ha cancellato completamente la sua memoria. La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro. Ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni. Dopo il sacco di Palermo non si è fatto assolutamente nulla per proteggere quello che rimane dei giardini. E per proteggere i giardini, per conservarli, basterebbe consentire agli agricoltori di irrigare, di dare l'acqua gratuitamente. Perché questi sono giardini che non garantiscono... È un reddito altissimo. Noi siamo soci della cooperativa Valdibella, abbiamo la fortuna di avere un canale preferenziale di vendita dei prodotti, ma molti non ce l'hanno questa possibilità perché non sono in biologico, noi siamo in regime di biologico. E quindi il costo dell'acqua diventa un costo che l'agricoltore non può sostenere. Allora se l'amministrazione garantisse l'acqua gratuitamente salverebbe... Tutti i giardini della Concadoro, però le persone che governano la città non hanno memoria, hanno dimenticato che cos'è la Concadoro, hanno dimenticato che cos'è Palermo e quindi fanno ragionamenti di tipo finanziario. Prendere l'acqua da un posto e portarla in un altro posto per far irrigare gli agricoltori costa tanto, la città non utilizza queste risorse, non vuole investire in questo. Quindi i giardini sono destinati a sperire. È fondamentale anche per un'altra ragione, perché i sistemi di irrigazione tradizionali necessitavano di un sistema di gestione del terreno a cui è legata una cultura materiale straordinaria, tant'è che da poco tempo l'arte di terrare la terra, così si chiama la modalità di di sistemazione del suolo per dedicazione, che è esclusiva della Concadoro e di poche altre parti della Sicilia, è stata iscritta al registro dei beni materiali della regione siciliana. Cioè è considerato un patrimonio culturale. Però questo è un patrimonio culturale che sta sparendo. Il mio fratello, che è l'ultimo tiratore di terra della Concadoro, che è stato iscritto in un altro registro particolare, che è quello dei tesori viventi, E' l'ultimo che conosce bene quest'arte, ma non c'è la possibilità di trasmettere alla generazione futura. Questo potrebbe avvenire se ci fosse un po' di attenzione da parte della città, di chi governa questa città, di chi dovrebbe avere a cuore le sorti di questa città e anche la conservazione e la memoria. e l'acqua è fondamentale perché Per la biodiversità questi giardini erano ricchissimi di vita, di rane, quattro specie di rane diverse vivevano in questi giardini. Allora noi abbiamo chiesto più volte di lasciare un po' d'acqua in modo che si possa mantenere questo ecosistema straordinario, ma appunto non c'è la sensibilità e l'attenzione verso questi aspetti. Noi stiamo facendo delle cose, abbiamo creato delle piccole vasche, abbiamo reintrodotto una specie di rana, il disco glosso, che è una rana endemica che nel mondo si trova solo in Sicilia, in particolare nei giardini, e io l'ho reincontrata, quindi si sta ridiffondendo. Quindi questi interventi di ricostituzione della biodiversità li stiamo mettendo in atto, stiamo ripiantando le specie. e le varietà antiche che erano sparite. Però tutto ciò aveva bisogno di un aiuto, di un supporto. Questo rumore che sentite è il rumore di mio fratello che sta tagliando l'erba perché noi appunto siamo in biologico, non utilizziamo diserbanti chimici, tagliamo l'erba che arricchisce il suolo di sostanza organica e speriamo che col tempo questo consenta al al suolo di riacquisire l'equilibrio tra i funghi che c'era in passato e che adesso non c'è e che purtroppo causa la diffusione di un fungo, l'armillarella mellea, che sta distruggendo gli alberi da frutto. E' passato il cane perché i cani sono elementi che fanno parte della storia di questo. di questo posto, tutte le famiglie contadine avevano dei cani. Parlando di animali, questo luogo è ricchissimo di diversità, tantissime specie di uccelli inidificano in questi giardini, specie che prima non c'erano adesso Vivono in questi giardini come il colombaccio che è una specie in espansione che crea enormi problemi agli ortaggi quindi siamo costretti a coltivare gli ortaggi proteggendoli con delle reti o anche i pappagalli che nidificano negli alberi cavi nella città di Palermo ma vengono qui a nutrirsi dei piselli e delle fave. Questi sono animali che creano dei problemi però in realtà i contadini convivono con questi problemi e trovano le soluzioni. Non ci sono mai problemi irreparabili, proprio nelle relazioni potremmo dire biologiche tra il contadino e le piante e gli animali, anche molte specie di erbe che sono arrivate. in questi ultimi anni tropicali che sono invasive, sono un problema. Però li controlliamo, li tagliamo, riusciamo a conviverci. Quello che non possiamo assolutamente fare è quello di sconfiggere la burocrazia ottusa. cieca che ci impedisce di irrigare e di coltivare questi giardini.

  • Speaker #1

    Se potessi scegliere una sola conoscenza, un solo insegnamento da condividere con tutti gli agricoltori del mondo, quale sarebbe?

  • Speaker #0

    Dicevo quello che mi sento di condividere con tutti gli agricoltori è che noi dobbiamo puntare all'equilibrio. alla convivenza anche. Parlo naturalmente delle campagne, l'illusione che proviene dall'uso dei prodotti di sintesi, che noi possiamo lottare, sconfiggere definitivamente una malattia piuttosto che un'erba, è illusorio. Noi dobbiamo convivere. con quelli che sono i nostri nemici, ma che svolgono il loro ruolo in una comunità seminaturale come una campagna e un giardino come questo. E lo stesso approccio dovremmo avercelo anche nelle relazioni umane. La convivenza, il compromesso, ma il compromesso non vuol dire abitare, rinunciare a principi etici fondamentali, significa comprendere le ragioni degli altri e trovare soluzioni di convivenza. Lo stesso approccio dovremmo avercelo nella gestione delle campagne.

  • Speaker #1

    Lei è professore di agroecologia? qui all'Università di Palermo. Nota un interesse crescente tra i giovani per l'agroecologia e per cambiare il modo in cui coltiviamo oggi?

  • Speaker #0

    Sì, in questi ultimi anni c'è un grande interesse da parte dei giovani all'agricoltura organica, biologica, ai mille tipi di... di agricoltura alternative all'agricoltura convenzionale. C'è stato un momento in cui la diffusione dell'agricoltura biologica, l'organic agriculture, che è l'unica che ha un riferimento legislativo preciso, ha fatto partecipare a questo movimento. Molti giovani che vedevano in questo la possibilità di un lavoro, adesso mi accorgo, ed è giusto così, ma adesso mi accorgo che è un po' diverso. Molti giovani si avvicinano proprio perché riconoscono i valori di queste agricolture e quindi è un fatto anche culturale molto importante. Anche la presenza nella città di Palermo di moltissimi spazi con orti condivisi è un modo per avvicinare le giovani generazioni, ma non solamente alla campagna e all'agricoltura. Per questo motivo, per questa ragione, mi fa rabbia che questo sia totalmente ignorato da chi amministra questa città. che dovrebbe cogliere anzi l'occasione di questo interesse dei giovani per alimentarlo in tutti i modi possibili.

  • Speaker #1

    Questo episodio è stato realizzato in collaborazione con Soil Capital, un'azienda che accelera la transizione verso l'agricoltura rigenerativa, premiando economicamente gli agricoltori che migliorano la salute del suolo e la biodiversità. Quanto è importante per lei? trasmettere alle nuove generazioni tutte le conoscenze che ha accumulato nella sua vita.

  • Speaker #0

    Questo aspetto è un aspetto molto importante perché nell'agricoltura, definiamolo industriale, occorrono ovviamente delle conoscenze, però queste conoscenze sono molto mediate dalla Grazie. Dalla conoscenza della chimica, dalla conoscenza delle macchine, se uno pratica un'agricoltura dove ad esempio i trattamenti vengono fatti a calendario. Dice l'agricoltore deve solo sapere che in quel periodo deve fare quel trattamento, non ha necessità di conoscere gli aspetti biologici del campo. Questa agricoltura è un'agricoltura che invece necessita di conoscenza, ma non è solamente la conoscenza delle caratteristiche produttive di questo limone, che è un limone della varietà Monachello. che non produce verdelli, non produce bastardoni, o di questo nespolo che è una varietà che necessita di un trattamento diverso rispetto a quell'altro nespolo. Non è solamente questo. È anche la necessità che le persone abbiano una cultura materiale, cioè il sistema dell'irrigazione, che qui è con i tubi in cemento, quindi in parte è modificato. Però il sistema di irrigazione tradizionale ha bisogno di cultura materiale, ma anche semplicemente l'irrigazione. Noi per irrigare qui abbiamo bisogno di una conoscenza, infatti non riusciamo ad essere sostituiti anche da altri, perché ci sono i turni dell'acqua, bisogna sapere dove andare a levare l'acqua, e bisogna stare attenti ai percorsi dell'acqua perché... Alcuni percorsi sono sotterrani e bisogna capire cosa sta succedendo, se l'acqua diminuisce oppure no. Quindi c'è la necessità di trasmettere questa cultura, questa conoscenza, che non si può trasmettere solamente attraverso i libri, attraverso lo studio. e io ho questa conoscenza perché fin da bambino Stavo con mio padre nei campi e mi spiegava della necessità di togliere un ramo piuttosto che un altro durante la potatura. Questo si può anche studiare nei libri, però poi in una situazione come questa tu capisci che questo ramo è meglio che lo tagli, non perché andrebbe tagliato dai manuali, ma perché facilita la vita del limone che ha. Quindi questo è forse l'aspetto più triste della nostra storia, il fatto che le nuove generazioni sono lontane dalle campagne e non c'è spesso la possibilità di trasferire alle nuove generazioni queste conoscenze. Che sono le conoscenze che io ho accumulato in una vita, ma che a sua volta sono le conoscenze che mio padre aveva accumulato nella sua vita, che a sua volta gli erano state trasmesse. Quindi è una trasmissione di conoscenze antiche e questo è l'aspetto triste.

  • Speaker #1

    Un'ultima domanda. Che cosa ti dà più speranza per il futuro?

  • Speaker #0

    La mia speranza è che questa città... si renda conto della sua storia e faccia tutti gli sforzi possibili per salvare la sua storia e la sua memoria. che non sono solamente gli straordinari monumenti di questa città, ma sono i giardini che circondano ancora Palermo e che vengono coltivati da eroi, da gente che sono veramente eroi a continuare a coltivare questi giardini. Quindi la mia speranza è che questa città si riappropri della sua della sua memoria e quindi della sua storia, cosa che non succede ormai da generazioni di amministratori di questa città. Grazie. Grazie a voi.

Chapters

  • INTRO

    00:00

  • TOMMASO LA MANTIA

    01:31

  • MESSAGE TO FARMERS

    15:07

  • YOUTH INTEREST FOR AGROECOLOGY

    16:57

  • Soil Capital 🌾

    18:56

  • PASSING ON THE KNOWLEDGE

    19:25

  • HOPE FOR THE FUTURE

    23:19

Description

Palermo’s legendary Conca d’Oro was once a lush mosaic of citrus groves, vegetables, and ingenious water systems — a living example of regenerative agriculture centuries before the term existed. Today, only fragments remain, but they still hold powerful lessons for the future of farming, biodiversity, and ecosystem restoration.


In this episode, we meet Tommaso La Mantia, ecologist, farmer, and member of the Valdibella Cooperative, who has spent his life studying and caring for these unique gardens. Tommaso explains how the Conca d’Oro worked like a natural forest: layered crops, closed nutrient cycles between animals, plants, and soil, and irrigation systems so advanced that they still impress modern scientists. He also shares why sustainable farming here now faces serious threats — from climate stress and honey fungus (Armillaria) to urban sprawl and political neglect — and what it will take to revive this heritage.


You’ll hear surprising insights into how soil health and nutrient density were once safeguarded through circular systems, why farmers are forced to become water engineers, and how agroecology is inspiring a new generation of young Sicilians. At the heart of the conversation is Tommaso’s deeply personal story of learning from his father in the fields and his hope that Palermo will rediscover its roots before they are lost.


Follow the podcast for more stories from the Valdibella mini-series, and share this episode with a friend who cares about the future of food and farming.


⎯⎯⎯⎯


❤️ This podcast was produced in partnership with Soil Capital, a company that supports #regenerativeagriculture by financially rewarding farmers who improve soil health & biodiversity.


⎯⎯⎯⎯


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Transcription

  • Speaker #0

    La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro, ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni.

  • Speaker #1

    La città di Palermo, in Sicilia, è stata svolta da un vasto network di foresti di cibo. Infortunatamente, negli ultimi decenni, è stata quasi completamente ripresa da ruote, bambini e parchi. Oggi, visito uno dei primi che ha sopravvinto, in compagnia di Tommaso Lamantia, un farmaco e un professor di agroecologia all'Università di Palermo. Il posto è assolutamente magico. Immaginate una foresta di alimenti multilayered con vegetali che crescono sul terreno, cattivi che corrono, bambini pieni di beri e piccoli treme di limone che crescono sotto treme di walnuts più grandi. Questa conversazione è in italiano, quindi se non parli italiano, mi raccomando di guardarla su YouTube, dove ho scritto i subtitoli line by line per assolutamente assicurarsi che tutti possano seguire e capire questa bellissima conversazione. Come sempre, questo episodio è stato fatto in partenariato con Sol Capital. Sono il vostro host Raphael e questo è il Deep Seed Podcast.

  • Speaker #0

    Io mi chiamo Tommaso Lamantia, vivo da sempre, sono nato in questo posto che è uno degli ultimi giardini della Concadoro. Quest'area si chiama Fondo Miciulla ed è abbastanza famosa a Palermo per la presenza di alcune emergenze architettoniche, per la presenza di alcuni canat. che sono dei canali sotterranei su cui poi dirò qualcosa a proposito dell'irrigazione. La mia famiglia è sempre vissuta qui, mio papà era un contadino, mia mamma era una contadina e loro hanno sempre coltivato queste campagne e hanno trasmesso a me, a mio fratello, a mia sorella e anche ai nostri figli. e noi stiamo Tentando di trasmettere la passione per questa agricoltura, che è un'agricoltura speciale, un'agricoltura unica al mondo. Quando noi parliamo dei giardini pensiamo a dei frutteti molto ordinati, con gli alberi piantati a sesti regolari, tutti di una stessa specie. o addirittura una sola varietà. Invece basta guardarsi attorno per capire che qui siamo nel caos. Le piante che crescono spontaneamente, come i nespoli del Giappone, vengono lasciati crescere. Si sovrappongono agli alberi già esistenti, creando diversi strati di vegetazione. questo è un aspetto Il progetto tipico ed esclusivo dei giardini della Conca d'Oro sono come delle foreste. Le foreste sono famose perché hanno diverse strade di vegetazione. Anche qui i giardini hanno, ma posso dire avevano, diverse strade di vegetazione. Negli spazi vuoti si coltivano gli ortaggi, poi gli agrumi, sopra gli agrumi i nespoli e sopra i nespoli i noci. i caccami o bagolari, specie che fornivano legno e frutto, come nel caso del noce. E questo sistema, anche se siamo abituati a considerarlo un sistema frutticolo, in realtà era un sistema agroforestale, perché c'era anche la componente animale. la concadoro era piena di stalle anche Qui a Miciulla c'erano le stalle, anche noi avevamo gli animali, avevamo le mucche e venivano alimentate con l'erba dei giardini. L'erba veniva tagliata e veniva data agli animali, quindi non c'era la necessità di lottarla come viene fatta adesso chimicamente e questo creava un sistema ecologico chiuso straordinario. perché l'erba veniva data agli animali e il letame degli animali ritornava ai campi, ma il sistema era ancora più... ampio perché quando i giardini della Conca d'Oro erano prima della distruzione operata dal sacco di lizio erano tanti, la sostanza organica per fertilizzare i giardini non poteva provenire solamente dagli allevamenti animali, ma tutto quello che produceva la città come sostanza organica tornava nelle campagne, era un sistema perfetto, straordinario. Adesso questo Il sistema è molto semplificato a causa di diversi fattori, fattori sociali, fattori economici. Un tempo gli alberi di Nespoli erano altissimi, adesso sono sempre più bassi per rendere più facile la raccolta perché ci sono pochissime persone in grado di farlo. Quindi il cambiamento nella struttura dei giardini riflette... anche i cambiamenti sociali ed economici di questa società. I contadini che ancora vivono e lavorano in questi giardini sono veramente pochi. E poi c'è anche un altro problema legato all'incremento di alcune malattie, come alcuni funghi che attaccano soprattutto gli alberi da frutto, ma anche in espo del Giappone. E questo ha causato una perdita di biodiversità. frutticola, di diversità frutticola. Il numero di specie e di varietà sono diminuite moltissimo, mentre invece prima questi giardini erano pieni di alberi di pesco, di albicocco, di susino, varietà antichissime selezionate localmente e quindi perfettamente adattate a questa condizione. Frutta durante tutto l'anno per l'autoconsumo, quindi questi giardini non erano solamente produttivi, erano produttivi ma servivano non solamente ai prodotti per il mercato, ma anche per le famiglie, che poi in piccoli spazi vuoti coltivavano gli ortaggi. Questo sistema adesso è messo in crisi e probabilmente sparirà. Fondamentalmente a causa della difficoltà dell'irrigazione, per la mancanza di acqua. Attenzione, non la mancanza di acqua perché l'acqua non c'è, sì piove meno, l'acqua è diminuita, ma nello stesso tempo noi abbiamo i fiumi sotterranei a Palermo, l'acqua dei Kanat, che sono questi canali che si visitano proprio qui a Fondomicciulla, che sono questi... Gallerie di drenanti o pozzi verticali scavati nel Medioevo che servivano a portare l'acqua dalle sorgenti alla città. Tutta quest'acqua è un'acqua che finisce nelle fogne, che si perde, che potrebbe essere utilizzata dagli agricoltori. Il problema è che questa città ha cancellato completamente la sua memoria. La città di Palermo è strettamente, intimamente legata alla storia dei suoi giardini, alla conca d'oro. Ma questo è un fatto che hanno dimenticato completamente tutti quelli che amministrano questa città da decenni. Dopo il sacco di Palermo non si è fatto assolutamente nulla per proteggere quello che rimane dei giardini. E per proteggere i giardini, per conservarli, basterebbe consentire agli agricoltori di irrigare, di dare l'acqua gratuitamente. Perché questi sono giardini che non garantiscono... È un reddito altissimo. Noi siamo soci della cooperativa Valdibella, abbiamo la fortuna di avere un canale preferenziale di vendita dei prodotti, ma molti non ce l'hanno questa possibilità perché non sono in biologico, noi siamo in regime di biologico. E quindi il costo dell'acqua diventa un costo che l'agricoltore non può sostenere. Allora se l'amministrazione garantisse l'acqua gratuitamente salverebbe... Tutti i giardini della Concadoro, però le persone che governano la città non hanno memoria, hanno dimenticato che cos'è la Concadoro, hanno dimenticato che cos'è Palermo e quindi fanno ragionamenti di tipo finanziario. Prendere l'acqua da un posto e portarla in un altro posto per far irrigare gli agricoltori costa tanto, la città non utilizza queste risorse, non vuole investire in questo. Quindi i giardini sono destinati a sperire. È fondamentale anche per un'altra ragione, perché i sistemi di irrigazione tradizionali necessitavano di un sistema di gestione del terreno a cui è legata una cultura materiale straordinaria, tant'è che da poco tempo l'arte di terrare la terra, così si chiama la modalità di di sistemazione del suolo per dedicazione, che è esclusiva della Concadoro e di poche altre parti della Sicilia, è stata iscritta al registro dei beni materiali della regione siciliana. Cioè è considerato un patrimonio culturale. Però questo è un patrimonio culturale che sta sparendo. Il mio fratello, che è l'ultimo tiratore di terra della Concadoro, che è stato iscritto in un altro registro particolare, che è quello dei tesori viventi, E' l'ultimo che conosce bene quest'arte, ma non c'è la possibilità di trasmettere alla generazione futura. Questo potrebbe avvenire se ci fosse un po' di attenzione da parte della città, di chi governa questa città, di chi dovrebbe avere a cuore le sorti di questa città e anche la conservazione e la memoria. e l'acqua è fondamentale perché Per la biodiversità questi giardini erano ricchissimi di vita, di rane, quattro specie di rane diverse vivevano in questi giardini. Allora noi abbiamo chiesto più volte di lasciare un po' d'acqua in modo che si possa mantenere questo ecosistema straordinario, ma appunto non c'è la sensibilità e l'attenzione verso questi aspetti. Noi stiamo facendo delle cose, abbiamo creato delle piccole vasche, abbiamo reintrodotto una specie di rana, il disco glosso, che è una rana endemica che nel mondo si trova solo in Sicilia, in particolare nei giardini, e io l'ho reincontrata, quindi si sta ridiffondendo. Quindi questi interventi di ricostituzione della biodiversità li stiamo mettendo in atto, stiamo ripiantando le specie. e le varietà antiche che erano sparite. Però tutto ciò aveva bisogno di un aiuto, di un supporto. Questo rumore che sentite è il rumore di mio fratello che sta tagliando l'erba perché noi appunto siamo in biologico, non utilizziamo diserbanti chimici, tagliamo l'erba che arricchisce il suolo di sostanza organica e speriamo che col tempo questo consenta al al suolo di riacquisire l'equilibrio tra i funghi che c'era in passato e che adesso non c'è e che purtroppo causa la diffusione di un fungo, l'armillarella mellea, che sta distruggendo gli alberi da frutto. E' passato il cane perché i cani sono elementi che fanno parte della storia di questo. di questo posto, tutte le famiglie contadine avevano dei cani. Parlando di animali, questo luogo è ricchissimo di diversità, tantissime specie di uccelli inidificano in questi giardini, specie che prima non c'erano adesso Vivono in questi giardini come il colombaccio che è una specie in espansione che crea enormi problemi agli ortaggi quindi siamo costretti a coltivare gli ortaggi proteggendoli con delle reti o anche i pappagalli che nidificano negli alberi cavi nella città di Palermo ma vengono qui a nutrirsi dei piselli e delle fave. Questi sono animali che creano dei problemi però in realtà i contadini convivono con questi problemi e trovano le soluzioni. Non ci sono mai problemi irreparabili, proprio nelle relazioni potremmo dire biologiche tra il contadino e le piante e gli animali, anche molte specie di erbe che sono arrivate. in questi ultimi anni tropicali che sono invasive, sono un problema. Però li controlliamo, li tagliamo, riusciamo a conviverci. Quello che non possiamo assolutamente fare è quello di sconfiggere la burocrazia ottusa. cieca che ci impedisce di irrigare e di coltivare questi giardini.

  • Speaker #1

    Se potessi scegliere una sola conoscenza, un solo insegnamento da condividere con tutti gli agricoltori del mondo, quale sarebbe?

  • Speaker #0

    Dicevo quello che mi sento di condividere con tutti gli agricoltori è che noi dobbiamo puntare all'equilibrio. alla convivenza anche. Parlo naturalmente delle campagne, l'illusione che proviene dall'uso dei prodotti di sintesi, che noi possiamo lottare, sconfiggere definitivamente una malattia piuttosto che un'erba, è illusorio. Noi dobbiamo convivere. con quelli che sono i nostri nemici, ma che svolgono il loro ruolo in una comunità seminaturale come una campagna e un giardino come questo. E lo stesso approccio dovremmo avercelo anche nelle relazioni umane. La convivenza, il compromesso, ma il compromesso non vuol dire abitare, rinunciare a principi etici fondamentali, significa comprendere le ragioni degli altri e trovare soluzioni di convivenza. Lo stesso approccio dovremmo avercelo nella gestione delle campagne.

  • Speaker #1

    Lei è professore di agroecologia? qui all'Università di Palermo. Nota un interesse crescente tra i giovani per l'agroecologia e per cambiare il modo in cui coltiviamo oggi?

  • Speaker #0

    Sì, in questi ultimi anni c'è un grande interesse da parte dei giovani all'agricoltura organica, biologica, ai mille tipi di... di agricoltura alternative all'agricoltura convenzionale. C'è stato un momento in cui la diffusione dell'agricoltura biologica, l'organic agriculture, che è l'unica che ha un riferimento legislativo preciso, ha fatto partecipare a questo movimento. Molti giovani che vedevano in questo la possibilità di un lavoro, adesso mi accorgo, ed è giusto così, ma adesso mi accorgo che è un po' diverso. Molti giovani si avvicinano proprio perché riconoscono i valori di queste agricolture e quindi è un fatto anche culturale molto importante. Anche la presenza nella città di Palermo di moltissimi spazi con orti condivisi è un modo per avvicinare le giovani generazioni, ma non solamente alla campagna e all'agricoltura. Per questo motivo, per questa ragione, mi fa rabbia che questo sia totalmente ignorato da chi amministra questa città. che dovrebbe cogliere anzi l'occasione di questo interesse dei giovani per alimentarlo in tutti i modi possibili.

  • Speaker #1

    Questo episodio è stato realizzato in collaborazione con Soil Capital, un'azienda che accelera la transizione verso l'agricoltura rigenerativa, premiando economicamente gli agricoltori che migliorano la salute del suolo e la biodiversità. Quanto è importante per lei? trasmettere alle nuove generazioni tutte le conoscenze che ha accumulato nella sua vita.

  • Speaker #0

    Questo aspetto è un aspetto molto importante perché nell'agricoltura, definiamolo industriale, occorrono ovviamente delle conoscenze, però queste conoscenze sono molto mediate dalla Grazie. Dalla conoscenza della chimica, dalla conoscenza delle macchine, se uno pratica un'agricoltura dove ad esempio i trattamenti vengono fatti a calendario. Dice l'agricoltore deve solo sapere che in quel periodo deve fare quel trattamento, non ha necessità di conoscere gli aspetti biologici del campo. Questa agricoltura è un'agricoltura che invece necessita di conoscenza, ma non è solamente la conoscenza delle caratteristiche produttive di questo limone, che è un limone della varietà Monachello. che non produce verdelli, non produce bastardoni, o di questo nespolo che è una varietà che necessita di un trattamento diverso rispetto a quell'altro nespolo. Non è solamente questo. È anche la necessità che le persone abbiano una cultura materiale, cioè il sistema dell'irrigazione, che qui è con i tubi in cemento, quindi in parte è modificato. Però il sistema di irrigazione tradizionale ha bisogno di cultura materiale, ma anche semplicemente l'irrigazione. Noi per irrigare qui abbiamo bisogno di una conoscenza, infatti non riusciamo ad essere sostituiti anche da altri, perché ci sono i turni dell'acqua, bisogna sapere dove andare a levare l'acqua, e bisogna stare attenti ai percorsi dell'acqua perché... Alcuni percorsi sono sotterrani e bisogna capire cosa sta succedendo, se l'acqua diminuisce oppure no. Quindi c'è la necessità di trasmettere questa cultura, questa conoscenza, che non si può trasmettere solamente attraverso i libri, attraverso lo studio. e io ho questa conoscenza perché fin da bambino Stavo con mio padre nei campi e mi spiegava della necessità di togliere un ramo piuttosto che un altro durante la potatura. Questo si può anche studiare nei libri, però poi in una situazione come questa tu capisci che questo ramo è meglio che lo tagli, non perché andrebbe tagliato dai manuali, ma perché facilita la vita del limone che ha. Quindi questo è forse l'aspetto più triste della nostra storia, il fatto che le nuove generazioni sono lontane dalle campagne e non c'è spesso la possibilità di trasferire alle nuove generazioni queste conoscenze. Che sono le conoscenze che io ho accumulato in una vita, ma che a sua volta sono le conoscenze che mio padre aveva accumulato nella sua vita, che a sua volta gli erano state trasmesse. Quindi è una trasmissione di conoscenze antiche e questo è l'aspetto triste.

  • Speaker #1

    Un'ultima domanda. Che cosa ti dà più speranza per il futuro?

  • Speaker #0

    La mia speranza è che questa città... si renda conto della sua storia e faccia tutti gli sforzi possibili per salvare la sua storia e la sua memoria. che non sono solamente gli straordinari monumenti di questa città, ma sono i giardini che circondano ancora Palermo e che vengono coltivati da eroi, da gente che sono veramente eroi a continuare a coltivare questi giardini. Quindi la mia speranza è che questa città si riappropri della sua della sua memoria e quindi della sua storia, cosa che non succede ormai da generazioni di amministratori di questa città. Grazie. Grazie a voi.

Chapters

  • INTRO

    00:00

  • TOMMASO LA MANTIA

    01:31

  • MESSAGE TO FARMERS

    15:07

  • YOUTH INTEREST FOR AGROECOLOGY

    16:57

  • Soil Capital 🌾

    18:56

  • PASSING ON THE KNOWLEDGE

    19:25

  • HOPE FOR THE FUTURE

    23:19

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